Il linguaggio come una delle barriere tra PMI e finanza strutturata. Il Messaggero dedica uno spazio alle parole di Mario Suglia, fondatore e presidente di Nomos, su alcune problematicità che limitano le PMI nell’accesso alle opportunità offerte dalla finanza strutturata, di debito o di equity.

Il mondo della consulenza finanziaria ha anche un problema di linguaggio. Per troppo tempo si è preferito l’uso di termini complessi, comprensibili ai soli addetti ai lavori, creando una barriera di diffidenza, ad esempio, con il mondo delle PMI. La piccola e media impresa italiana, storicamente legata al sistema bancario, spesso non conosce la finanza strutturata, di debito e di Equity, non ne conosce le potenzialità. «Con la mia società, Nomos Value Research, – spiega Mario Suglia – siamo da sempre vicini alle PMI, ne conosciamo il linguaggio, le paure. Siamo un piccolo atelier che, anche grazie a partnership con grandi operatori, supporta ogni singola impresa con servizi tailor made di advisory strategica, gestionale, finanziaria, di design, ricorrendo, quando necessario, a operazioni di finanza straordinaria». Per Suglia, «la finanza è una pratica “filosofica”, non una semplice somma di strumenti per far confluire liquidità. Una sorta di “depackaging”».